Biomeccanica applicata agli alberi e censimento arboreo, supporto alla ricerca scientifica
Da un post facebook di Francesco Ferrini ho tratto ispirazione per condividere questo argomento di cui mi sto occupando professionalmente ormai da quasi 10 anni:
La biomeccanica è l'applicazione dei principi della meccanica agli organismi viventi (sia animali che vegetali). In particolare fra i diversi campi di questa disciplina uno dei più interessanti sul piano pratico analizza il comportamento delle strutture biologiche quando sono sottoposte a sollecitazioni statiche o dinamiche. Per questo motivo è strettamente correlata alla bioingegneria, alla chinesiologia (quest'ultima infatti si occupa tra l'altro della biomeccanica degli esseri umani) e all'ingegneria tissutale.
Con la biomeccanica vegetale lo studio è concentrato sulla capacità degli alberi di modificare la propria crescita “producendo nuovo legno di supporto” in prossimità di aree sollecitate o indebolite per varie cause (marciumi, difetti strutturali). Questo fenomeno è conosciuto come “crescita adattativa” e ha l’effetto di causare irregolarità nella forma che sono denominate “difetti”. Molte volte nella valutazione degli alberi queste strategie di sopravvivenza attuate in modo magistrale dalle piante sono rilevate e annotate e anche usate in modo predittivo rispetto al cedimento eventuale.
La situazione che, molte volte, si presenta al tecnico rilevatore chiamato a fornire una consulenza sulla stabilità di una pianta arborea, evidenzia in modo chiaro che l'intervento umano ha avuto un ruolo molto importante sullo sviluppo e sui difetti che si sono cristallizati nell'albero esaminato: la destabilizzazione conseguente alle operazioni di errata potatura, operazione esagerata e erroneamente considerata come un risparmio monetario su interventi futuri e invece foriera di problematiche, a volte, senza soluzione. Inoltre, è da ricordare che questo disequilibrio indotto in una chioma aumenta esponenzialmente con l’età e l’altezza dell’albero.
Un autore, Karl Joseph Niklas professore di Botanica presso la Cornell University, nel 2002 afferma che “quando rami e branche vengono sottoposti alla rimozione di porzioni confinanti di albero, zone che erano forti e resistenti potrebbero deformarsi o rompersi anche in condizioni di vento normali”. La non corretta tecnica di potatura e in generale, qualsiasi tipo di potatura, inevitabilmente, sposta l’equilibrio fisico nelle branche o nelle radici e ciò può avere effetti negativi sull’equilibrio biomeccanico dell’albero, diminuendone il cosiddetto fattore di sicurezza, che tecnicamente è definto come quoziente tra la capacità di carico massima (carico di rottura) e il carico reale della struttura o anche come punto di rottura della struttura al massimo stimato con un uso ordinario.
In europa Mattheck, forse più di tutti gli altri, ha applicato la fisica alle strutture vegetali degli alberi pubblicando libri articoli sulla materia. Gli esperimenti di biomeccanica nel settore dell'arboricoltura, sono stati eseguiti per quantificare le forze imposte sugli alberi e la loro capacità di sopportare il carico al quale vengono sottoposti.
Nonostante non ci sia stato lo sviluppo scientifico adeguato, tale da porre le questioni tecniche su un campo verificabile e direttamente utilizzabile anche in maniera uniforme dai tecnici arboricoltori, sappiamo che ogni albero ha una risposta differente in base alla specie di appartenenza, età, storia e condizioni di crescita. Un arboricoltore deve, necessariamente, capire le caratteristiche di ogni singolo albero per valutarne la stabilità e cercare con interventi specifici di ridurre il livello di rischio.
La conoscenza approfondita della biomeccanica degli alberi, può contribuire a migliorare la qualità della vita dei cittadini, perchè una corretta ed attendibile valutazione della stabilità degli alberi permette una sicura fruizione di spazi comuni sempre di più apprezzati, quali parchi, giradini, aree verdi.
Per diventare uno strumento largamente utilizzabile dai tecnici in campo, questi aspetti di biomeccanica andrebbero inseriti nelle priorità della ricerca scientifica poichè solo una costante e continua osservazione degli eventi, lo studio approfondito e l'imissione in database continuamente aggiornati sulla caduta degli alberi possono realmente fornire un concreto aiuto al lavoro degli arboricoltori.
La costruzione e l'implementazione di un SIT tematico a livello comunale, per ogni comune in Italia, ad es. un catasto degli alberi può essere un contributo davvero concreto, in quanto il rilievo degli alberi di proprietà pubblica, con il monitoraggio e la registrazione degli eventi, si concretizza nella costruzione di una parte di quel database di cui necessiterebbe il mondo tecnico e scientifico.
La nostra attività professionale di creare e aggiornare il catasto degli alberi dei comuni è una parte importante per la costituzione di un database di supporto per il mondo scientifico, sperando che chi fa ricerca sappia farne un buon uso...
G. De Marco - Team Censimento Alberi